Recensioni
Benedizione
Autore | Kent Haruf |
Genere | romanzo |
Area | Attività Culturale |
Casa editrice | Enne Enne Editore |
Anno | 2015 |
Biblioteca | Visualizza la scheda del libro |
“C’era qualcosa. Qualcosa che ancora non si era manifestato” Kent Haruf, scomparso nel 2014, è stato uno dei più amati e apprezzati scrittori americani. La neonata casa editrice milanese NN, che intende tradurre le sue opere, porta per la prima volta in Italia Benedizione finalista al Folio Prize e terzo dei tre romanzi della “Trilogia della pianura” ambientati tutti nella fittizia cittadina di Hold in Colorado. Importanti gli altri due romanzi della serie: Il canto della pianura (Rizzoli, 2000) che arriva finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book Prize e al New Yorker Book Award, e nel 2004 Crepuscolo vincitore del Colorado Book Award. Benedizione racconta con particolare sobrietà gli ultimi mesi di vita del settantenne Dad Lewis malato terminale, dal momento in cui gli viene confermata la diagnosi di cancro fino al decesso. Uomo schivo e taciturno, ma dai ferrei principi morali tanto da essere apparso a volte duro e rigido nelle sue posizioni, Dad si trova ora a riconsiderare la sua vita, a pensare alle scelte compiute, al negozio di ferramenta a cui ha dedicato tutto se stesso, ai sacrifici fatti, a sua moglie che le è sempre stata accanto, alla figlia che ora torna da Denver per lui, al figlio Frank andato via di casa molti anni fa senza mai più aver fatto ritorno. Circondato dalla dedizione quasi devozionale della moglie Mary che si prende cura di lui senza riserve fino alla fine, e dalla presenza partecipata della figlia Lorraine che recupera con il padre un rapporto prima affettivamente difficile, il protagonista non può evitare di fare i conti con alcune questioni irrisolte, con rimpianti che riaffiorano alla memoria, con mancanze alle quali vuole rimediare prima di partire per l’ultimo viaggio. Ma intorno a Dad e alla sua famiglia gravitano anche altri abitanti di Holt, personaggi solitari e segnati ognuno dall’esperienza del fallimento o dal rifiuto di una comunità chiusa al cambiamento e all’alterità. Veniamo così a sapere, ad esempio, del reverendo Lyle che, esiliato a Holt per aver parlato in difesa dei gay, predica con coraggio contro la guerra in Afghanistan e invita gli americani al perdono incondizionato. La sua posizione è inaccettabile per la chiusa comunità della piccola cittadina, che reagisce duramente e fa in modo che il pastore venga allontanato nuovamente. La stessa famiglia di Dad, compresi la moglie e il figlio adolescente e ribelle, pur essendo essi stessi degli emarginati, rifiutano e isolano il reverendo Lyle, per i suoi principi etici e morali. I pensieri e i sentimenti sono un fatto privato e l’autore ne parla con pudore, quasi sussurrando quando mette in scena episodi di vita quotidiana, come per rispettare la sfera personale di ogni personaggio. Ma la grandezza della scrittura di Kent Haruf sta nella forza dei dialoghi ridotti all’essenziale, senza che una parola sia fuori luogo. La storia è attraversata da un sottile filo che tiene insieme l’intera narrazione e, in modi diversi, collega tutti i personaggi attorno al tema generazionale, inteso come eredità umana e sociale che dalla dimensione familiare si estende all’universo sociale comunitario. Benedizione è un romanzo che mette in luce in modo magistrale, attraverso lo sguardo attento e rispettoso del narratore nei confronti delle fragilità umane, lo scorrere della vita nei piccoli e semplici gesti quotidiani, assai significativi sul piano esistenziale. La scrittura sobria e particolarmente curata, stimola il lettore a riflettere sulle piccole cose essenziali della vita, per riscoprirle come una benedizione per la conoscenza di sé, degli altri e della stessa possibilità di una migliore convivenza. Queste, le parole rilasciate da Kent Haruf nella sua ultima intervista: “Come scrittore vorrei essere ricordato come qualcuno che ha ricevuto un talento molto piccolo ma che ha lavorato al suo meglio per utilizzare quel talento. Voglio pensare di aver scritto quanto più vicino ho potuto all’essenziale. Con questo intendo dire che ho cercato di scavare fino alla fondamentale, irriducibile struttura della vita, e delle nostre vite in relazione a quelle degli altri”. Scarica PDF |